Chi siamo

AVIS è un’associazione di volontariato fondata a Milano nel 1927 dal dott. Vittorio Formentano con l’obiettivo di promuovere la donazione di sangue ed emocomponenti in maniera responsabile, periodica, volontaria, non remunerata e associata. È un’associazione con una storia lunga più di novant’anni, con valori che sono validi ancora oggi e per questo motivo non ha paura di sfidare il futuro.

Con le sue 3.400 sedi presenti su tutto il territorio nazionale, oggi è la più grande associazione di volontariato del sangue italiana, che ogni anno contribuisce a circa il 70% del fabbisogno nazionale. AVIS può contare su più di 1.300.000 soci, per un totale di oltre 2.000.000 di unità di sangue ed emocomponenti donate.

L’impegno della nostra comunale è riservato alla promozione del volontariato, della solidarietà, della cittadinanza attiva, degli stili di vita sani e corretti.

Siamo un’associazione privata, senza scopo di lucro, che persegue un fine di interesse pubblico: garantire un’adeguata disponibilità di sangue e dei suoi emocomponenti a tutti i pazienti che ne abbiano necessità, attraverso la promozione del dono e la chiamata dei donatori, d’intesa con le strutture ospedaliere pubbliche.
Fonda la sua attività sui principi della democrazia, della libera partecipazione sociale e sul volontariato, quale elemento centrale e insostituibile di solidarietà umana.

Vi aderiscono tutti coloro che hanno intenzione di donare volontariamente, anonimamente, periodicamente e gratuitamente il proprio sangue, ma anche chi, non potendo compiere questo gesto perché non idoneo, desideri collaborare gratuitamente a tutte le attività di promozione e organizzazione.

Le finalità del dono

Il dono è ciò che rende umano l’umano. Esso infatti permette alla persona di testimoniare concretamente ciò che la distingue da ogni altro essere, ossia la libertà: la capacità di fare ciò che è giusto non perché costretti da una norma positiva o da varie forme di pressione sociale, ma semplicemente perché lo si vuole fare. Attraverso un simile atto è possibile dare un senso al proprio agire e vivere quelle emozioni autentiche di cui tutti sentiamo un crescente bisogno e che il solo benessere materiale difficilmente può soddisfare.

Attraverso il dono è anche possibile dare un contributo concreto alla definizione e realizzazione del bene comune, cosa che è sempre più complicato perseguire attraverso l’elettorato, sia esso passivo o attivo. Il dono infatti ci permette di mobilitare risorse con cui realizzare cambiamenti sociali che riteniamo necessari per la nostra comunità. Il dono è, in ultima analisi, la principale fonte di energia che può mettere in moto quel principio di sussidiarietà introdotto nell’articolo 118 della costituzione il quale prevede “l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale” e che rappresenta l’unica vera soluzione alla crisi presente.

In una società in cui tutto è strumentale e in cui è sempre più difficile condividere, soprattutto con le giovani generazioni, quei valori e principi che sono a fondamento della dignità umana, il dono può risultare una delle modalità più efficaci per conseguire tale scopo. La presenza di un atto libero, in grado di generare una catena di ulteriori atti liberi, può aiutarci a liberarci da quel cinismo condito di narcisismo che caratterizza la nostra società e permetterci di superare il rifiuto di chi vede in ogni affermazione di principio un puro artificio retorico, volto solo a nascondere la volontà di imporre il proprio dominio con la menzogna e con la frode.

L’uomo è un animale sociale, ma la società moderna si è costruita attorno alla finzione che gli individui siano, gli uni per gli altri, strumenti e ostacoli. Purtroppo nelle scienze sociali quello che si crede vero diventa vero nelle sue conseguenze e quella finzione si sta trasformando in realtà con conseguenze estremamente negative sia da un punto di vista economico: i costi della disgregazione sociale stanno crescendo in modo esponenziale, sia da un punto di vista umano; basti pensare alla diffusione dei problemi psicologici e dell’uso degli stupefacenti. Il dono, proprio perché fondato su un atto di fiducia che necessariamente considera l’altro come un fine e mai unicamente come un mezzo è sempre stato, sin dalla preistoria, la modalità più efficace che l’essere umano abbia mai utilizzato per creare e coltivare le relazioni personali.